La coltura estensiva, lo dice la definizione, fa riferimento a grandi latifondi, in cui si utilizzano il numero minore possibile di risorse, umane, tecniche e chimiche, perché il ritorno economico lo si ha per l’estensione stessa del terreno coltivato. Questo a livello globale. E qui rischiamo un po’ di confusione, perché comunemente con il termine “agricoltura estensiva” la maggior parte di noi pensa ad una coltura che preserva e si prende cura puntualmente del territorio, quindi riferito a piccoli produttori appassionati che tutelano il proprio territorio e i propri prodotti.
La coltura intensiva è l’esatto opposto di entrambe le versioni, ovvero il massimo sfruttamento possibile del territorio e delle sue potenzialità ottenuto ad ogni costo grazie dall’uso di prodotti chimici e fertilizzanti nelle massime dosi possibili e talvolta purtroppo oltre. Il risultato è una terra arida e prodotti omologati.
I frutti e i prodotti migliori sono la congiunzione di tanti fattori produttivi. La qualità specifica della terra in cui crescono, del microclima, l’inquinamento e gli agenti chimici, le varietà che possono essere locali o lontane dal luogo di origine, sono tutti fattori che concorrono alla formazione e allo sviluppo delle materie prime.
Una terra sana e fertile esiste se si rispettano i tempi di riposo, se si fanno ruotare le colture, in modo che alla terra stessa si possa garantire un giusto apporto di elementi nutritivi, come sappiamo alcune piante sono avide di alcuni minerali e ne rilasciano altri, variare significa mantenere un equilibrio, che si traduce in profumi e sapori per i frutti coltivati.
Per i gelati e i prodotti che proponiamo cerchiamo sempre produzioni di alta qualità, che tengano contro della biodiversità e della specificità dei territori, delle colture e delle culture locali.
Cerchiamo i prodotti localmente e per quelli lontani di cui non possiamo fare a meno facciamo attenzione non solo alla produzione ma anche alle distanze e al viaggio che devono affrontare.